2008 Noto/Itália – Estamos satisfeitos: chegamos a Noto

Página de blog da Itália cita nosso  trabalho em prol de  Categeró

 Portal: No blog do endereço abaixo, existe desde março de 2008, a publicação de um texto elaborado pelo Monsenhor Salvatore Guastella, descrevendo as intenções da devoção brasileira, que emerge de Porto Alegre. Ele cita o jornal Correio Brigadiano e nomina o responsável por este portal.  Tomamos a liberdade de transcrever o original publicado.   Lamentamos que tenhamos nos atrazado bastante em retomar a divulgação web.

http://araldosancorrado.blogspot.com/2008/10/il-bel-volume-sul-santo-edizioni.html

Sito web a Porto Alegre (Brasile)

Il Beato Antonio di Avola e Noto  detto l’Etiope o ‘de Categerò’

www.categero.org.br (este endereço está sendo reabilitado)

(nei LINK del sito del Brasile è segnalato anche L’Araldo di San Corrado)

«Se WWW indica, nel particolare tipo di linguaggio cui Internet ci sta ormai abituando, una possibilità di comunicazione pressoché illimitata [la sigla sta per World Wide Web, cioè Rete vasta quanto il mondo], quel divino “Io sono la Via, la Verità e la Vita (Gv 14,6) evoca, con le sue tre VVV, la rete evangelica vasta quanto il mondo» (Graziano Borgonovo).

In merito mi è gradito segnalare i due devozionali siti web netini…fuori Diocesi :

araldosancorrado.blogspot.com curato a Calendasco piacentino da Umberto Battini, che diffonde notizie e aggiornamenti sul santo eremita Corrado Confalonieri patrono di Noto;

www.categero.org.br curato a Porto Alegre (Brasile) da Vanderlei Pinheiro, director do Jornal Correiro Brigadiano, promotore della «Devoçao a Categerò».

Il Beato Antonio, detto l’Etiope o di Categerò (per la sua origine africana) è nato a Barce di Cirene (Libia) verso il 1490. Rapito dai pirati, è reso schiavo domestico prima ad Avola, dove si converte al cristianesimo e frequenta la chiesa di Santa Venera; e poi a Noto, dove i suoi padroni lo rendono libero: «Non vogliamo avere per schiavo colui che Dio ha per amico».

Antonio si offre a servire i carcerati e i malati, poi sceglie la vita eremitica nel deserto dei Pizzoni a S. Corrado di fuori. Periodicamente scende a Noto per accostarsi ai sacramenti e raccogliere elemosine per i poveri. Il 14 marzo 1550 egli rende l’anima a Dio. Il suo sepolcro in S. Maria di Gesù diviene subito meta di pellegrinaggi e di grazie. Nel 1611 viene data licenza di divulgarne l’immagine con l’aureola di Beato. Nel secolo XVII l’esemplarità della sua vita viene proposta soprattutto ai negri schiavizzati in Brasile dall’Africa: là è invocato “Santo Antōnio de Categerò”.

In occasione del Convegno diocesano (Noto, 11-12 gennaio 1992) su «Accogliere gli immigrati oggi», Il B. Antonio è stato scelto come Protettore della Caritas Diocesana di Noto.

L’arca con il suo corpo si venera nella cappella delle Suore Francescane dell’Immacolata di Lipari a Noto. Nel 2005 il vescovo Giuseppe Malandrino ha donato una reliquia insigne del Beato alla Parrocchia S. Venera di Avola.

«Auspico che gli esempi di santità e di carità del fratello negro Antonio Etiope facciano rivivere l’accoglienza di ogni uomo» (Giovanni Paolo II).

Salvatore Guastella

2008 noto itália estamos s 1

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